INTERVISTA ORLER

- Ci racconti la sua formazione...
Dopo varie esperienze di committenze artistiche avevo l’esigenza di iniziare un percorso del tutto personale. Da dove iniziare? Come il foglio bianco per lo scrittore…. Avevo appena letto Italo Calvino “Le città invisibili” e decisi di illustrare le città di Isidora e Diomira stimolata dalla metafisica di De Chirico, soprattutto “Le piazze d’Italia”. Da lì ho iniziato il mio cammino attingendo dalla Metafisica e dal Surrealismo.

- Quanto il suo lavoro ha influito poi nelle sue opere?
E’ stato tutto in divenire; cercare dentro di me (cosa non affatto facile) per potersi poi esprimere con i mezzi che già tecnicamente padroneggiavo.

- Lei è nata a Firenze, una città d'arte per eccellenza, che peso ha questo nei suoi lavori?
Adoro Firenze, la città dove sono nata cresciuta e vissuta fino a pochi anni fa prima di trasferirmi in campagna. Sicuramente l’estetica e il bello che si respira a Firenze è molto coinvolgente.

- A quali grandi artisti del passato si ispira?
Come dicevo la metafisica di De Chirico e Carrà mi hanno appassionata fin dall’inizio ma anche il surrealismo di Mirò, Magritte e Savinio. Non amo la pittura fredda di Salvator Dalì. Aggiungerei gli espressionisti tedeschi e i Fauve.

- Lei dipinge mondi magici, da dove nascono?
Nascono dentro di me. Dal bisogno di toccare la luna, per eccellenza il sogno inarrivabile; dal bisogno di sconfinare nell’infinito perché il finito è troppo stretto; dal bisogno di far volare i pesci; dal bisogno di cercare un sogno rigeneratore che crea l’energia indispensabile per affrontare il finito. E' come attingere da un pozzo.

- Come crea le sue opere, c'è un progetto preparatorio o direttamente sulla tela?
Le mie opere nascono da un progetto preparatorio molto impegnativo fatto di schizzi ovviamente colorati. Quando realizzo l’opera so già quello che voglio fare ed è come liberarsi e volare.

- Mi colpisce molto il colore, materico e carico di espressività...
Il colore è una cosa che ho dentro, non potrei fare altrimenti. La materia adesso la ottengo con la pittura a spatola lasciando molto colore sulla tela, in passato ho usato molto la juta, il gesso e anche il ferro ossidato.

- Il disegno invece appare meno definito rispetto al colore...
Anche se il disegno non appare tengo molto alle forme, alla prospettiva e al chiaro-scuro che segna la tridimensionalità.

- Io la definirei un'artista espressionista, perché con il colore tocca le corde più profonde dell'anima dello spettatore…
Sono un’espressionista nel modo di dipingere velocemente soprattutto adesso che uso quasi eslusivamente la spatola ma come dicevo prima sono molto ancorata alle forme.

- Chi osserva le sue opere è portato a fare un viaggio nei sogni e nei sentimenti…
Certo è quello che mi auguro!

- Quanto le sue emozioni entrano nei colori…
Tantissimo.

- Come nascono e come sceglie i titoli delle sue opere?
Nascono dal come mi pongo io davanti al quadro, dalla sensazione e dall’emozione che mi arrivano in quel momento. Però a volte nascono anche prima della realizzazione dell’opera.

- Ci parli di una delle opere presenti sul nostro sito che più la rappresenta…
Sono tutte mie creazioni come se fossero tanti figli. Forse “Persa davanti al Mare” è uno dei quadri che più mi rappresenta. Amo il mare e l’infinito. Sono libera di “perdermi” nel suono del mare, protetta con l’ombrello da tutte le intemperie della vita e poi la luna….che illumina dolcemente e romanticamente il tutto.

- Realizza anche altri cicli?
Tutti i miei quadri appartengono a vari cicli, “ Non si può smettere di sognare”, Congiunzione”, “Oltre la linea”, “Uno sguardo altrove”, “Il sorriso della luna” etc… adesso sto lavorando a “I miei boschi”.

- Sta lavorando a nuovi progetti?
Come dicevo sopra attualmente sto lavorando a “I miei boschi” ma ancora mi piace continuare con le figure femminili in primo piano protette ciascuna dal loro ombrello.

- Quali sono state le mostre per lei più importanti a cui ha partecipato?
Le personali sono tutte importanti perché esci dallo studio e nel bene o nel male ti confronti con gli altri. Io mi emoziono molto quando creo e quando i miei quadri vengono esposti quasi non mi appartengono più ma ovviamente mi fa piacere ricevere i complimenti o le critiche dalle persone e condividere con loro questa atmosfera.

- Le sue opere sono accessibili, ha un determinato target?
Le mie opere sono accessibili a tutti perché voglio che più persone possibile possano fruire e godere di quell’emozione che sta dentro. Vorrei tanto poter trasferire quella gioia che io sento nel realizzarle.

- Realizza anche opere su commissione? Magari partendo da un sogno di un cliente?
Certamente. Su commissione ho realizzato molte cose: ritratti, paesaggi ma sempre da foto. Si può realizzare anche un sogno di un cliente, chiaramente proponendo dei bozzetti esplicativi perché è molto difficile entrare nella mente di un altro.

- Come immagina collocate le sue opere all'interno di una casa?
Benissimo, le mie opere stanno bene in qualsiasi ambiente. Le ho viste collocate in case antiche in mezzo a mobili d’epoca e le ho viste appese a grandi pareti bianche in appartamenti moderni.

- Sono opere che comunicano con lo spettatore, dinamiche e ricche di colore... immediate ma che fanno sognare... perfette per la società di oggi...
Sono molto d’accordo.

- Come vede il panorama dell'arte contemporanea...
L’arte contemporanea spesso è fatta per gli addetti ai lavori, specialmente l’arte d’avanguardia. Frequentemente è incomprensibile per chi non ha un po’ di base di storia dell’arte ma l’importante è porsi davanti all’opera senza farsi troppe domande ma fruirne l’emozione.

- Per concludere, definisca con poche parole la sua poetica a un collezionista...
Contemplare tutte le Stelle e abbandonarsi al Sogno; il sogno rigeneratore, il sogno come riserva di energia, il sogno come alimento per l’immaginazione creativa.

Alessandra Burattin